
Massimiliano Petrini è nato nel 1970 a Porto San Giorgio, conclusi gli studi da Geometra e dopo averne avviati altri presso la facoltà di “Agraria” ad Ancona, decide di adempiere gli obblighi militari. Per tale fine inizia nel 1991 il suo percorso nell’amministrazione – Ministero dell’Interno – Dipartimento Pubblica Sicurezza – presso la Scuola della Polizia di Stato di Trieste. Attualmente dopo essersi laureato in Sociologia vive e lavora a Fermo.
Nel corso degli anni ha sempre nutrito, specialmente durante i numerosi viaggi estivi fatti con la sua famiglia, grande interesse per le arti in genere.
Oggi la scultura di Massimiliano, come alcuni hanno avuto il coraggio di definirla, è intrisa di.. cultura millenaria, ed è probabilmente frutto sia degli studi scolastici che delle osservazioni fatte nei viaggi con i genitori prima e con la consorte poi.
Punto di inizio della sua attrazione verso l’arte in genere l’incontro con il Proffessor Giuseppe Pende, in quegli anni oltre che sincero amico e guida, non solo artistica, anche suo vicino di casa. Dal Proff. Pende ebbe in regalo ciò che ancora oggi Petrini ricerca.. una splendida lezione sul colore del cielo. In altri termini quella lezione si trasformò nell’opportunità di avere un’accrescimento, in un momento di confronto e di apprendimento da parte di un grande artista. In quella lezione tra le altre cose Pende gli trasmise un importante principio, dalla validità universale.. “In ogni attività bisogna improntare tanto impegno per superare tutte le difficoltà che si incontrano nel tentativo di realizzare qualcosa, ..qualsiasi cosa essa sia!” Precisò che nella vita è importante esercitarsi per riuscire, disse ad esempio “imparare una lingua, disegnare, ect dipendono molto anche dall’esercizio”, aggiunse “se una persona con costanza e dedizione pratica, poi ottiene dei risultati”. Una lezione che Petrini non ha dimenticato!
Oggi suggestioni provenienti da un ricercato retaggio culturale, ricco di studi e ricerche, consentono a Petrini di realizzare manufatti che intersecano respiri mediterranei ad aneliti africani, memorie e tratti orientali. Queste suggestioni si trasformano magicamente in oggetti che talvolta hanno un sapore antico.
Petrini da alcuni anni ha rivolto la sua attenzione alla interpretazione e realizzazione di stemmi e blasoni, dei particolari riportati in questi, tratti dell’araldica civica e militare. In questi simboli, stemmi, a suo avviso, si riesce a ritrovare la memoria ed il senso dell’appartenenza.
Gli oggetti che oggi “nascono” da tutti quei materiali su cui è possibile attuare delle lavorazioni, realizzare decorazioni suscitano forti emozioni che Petrini vuol trasmettere, vuole partecipare agli altri.
Alle volte ricavate da un “biscotto” in terracotta o da mattoni da costruzione inutilizzati, altre volte da pezzi di legno, già egregiamente lavorati dalle intemperie e dal tempo, la sua collezione è oggi ricca di realizzazioni, di stemmi che frequentemente raccontano la vita e la storia dell’uomo, altre le origini, le sue appartenenze a ranghi o società, in alcune il destino…
Le realizzazioni sono in ogni caso il frutto di ricordi, di piacevoli esperienze passate, del vissuto e della contemporaneità dell’autore.
Il tratto delle sue realizzazioni, è caratterizzato alle volte da curve morbide e ammiccanti altre volte da angoli stretti ed angusti, i suoi lavori sono frequentemente arricchiti da colori brillanti e colorazioni in argento che caratterizzano il modo di completarli. Attraverso la lavorazione delle pietre, dei legni e di altri materiali, Massimiliano Petrini, prova nuove soluzioni, forse interessanti, perché attraverso queste vuole ancora emozionare ed emozionarsi con l’esecuzione di attività creative.
Punto di svolta nella realizzazione di nuove emozioni, è stato l’incontro con il Professor Marilungo Marco, ex compagno di scuola, oggi di ruolo presso l’Accademia delle Belle Arti di Macerata, esperto del settore. Marilungo ha spontaneamente fornito a Petrini la possibilità di percepire sia gli aspetti caratterizzanti la sua capacità creativa che gli errori commessi nella realizzazione di sue creazioni. È opportuno dire che il Proff. Marco Marilungo lavora anche presso la “EmpixMultimedia” e tra le altre cose va detto che è notoriamente un abile vignettista che ha saputo destare grande interesse in diversi ambienti, arrivando ad essere un pioniere delle tecniche di animazione digitale ..
Nel corso degli anni Petrini ha avuto occasione di donare le sue realizzazioni, ed oggi questo modo di fare sembra essere in controtendenza con il fare di questa nostra società, in controtendenza con le dinamiche che la caratterizzano. In ragione di quanto anticipato appare adeguato ed attuale quanto sostenuto dal moralista francese [Francois La Rochefoucauld – 1613-1680] che affermava: “..niente si regala così generosamente come i consigli”. Va però aggiunto che come i consigli, anche ciò che si regala a volte è adatto e appropriato, altre volte no!
Il termine “regalo” è legato etimologicamente alla cultura spagnola e sta ad indicare l’oggetto degno del Re che a lui è offerto. È documentato che non importa quanto un dono sia prezioso, quello che lo rende “degno del Re” è l’attenzione che si pone nella scelta.
Ma la chiave per trovare la soluzione al problema è alle volte banale ed altre difficile. L’idea di base è quella di cercare di mettersi nella testa di chi riceve per indovinare cosa le può fare piacere… dovendo giudicare le espressioni adottate da coloro che hanno ricevuto in dono i bassorilievi di Petrini, è possibile affermare che “Petrini entra in testa!”
Va detto però che una volta capito cosa è giusto donare, per farlo, serve munirsi di un gran coraggio. Talvolta si resta vittime di dinamiche sociali, nasce la paura che tende a farci nascondere dietro l’ipocrisia della festa come pretesto per donare. Serve la festività per non farci apparire stupidi, agli occhi di altri, per aver deciso di fare un regalo senza che vi sia un evidente motivo. Questa paura va combattuta, così come Petrini ha dovuto fare.
È evidente che non si può comprare col denaro ciò che richiede tempo, energie e sopratutto sentimento per realizzarlo. Ad avviso di Petrini aver individuato la cosa giusta da realizzare ed aver superato la paura di donare, sono anche questi gli aspetti che rendono ancor più ricco un regalo.
Malgrado tutti questi appriori appena descritti, talvolta non percepiti, va aggiunto che non sempre il dono è compreso; non sempre il dono è capito da chi lo riceve.
Tuttavia nel momento in cui l’alchimia legata alla comprensione dei motivi del dono è efficace, questo diventa mezzo di reciprocità, veicolo di amicizia, talvolta sigillo di alleanza; in ogni caso è strumento per consentire all’altro di aprirsi, anche se per un breve periodo.
Il dono in ogni caso è un mezzo che consente a Petrini di dimostrare il senso di alterità che lo distingue e caratterizza.
Contatti: petrini.massimiliano@alice.it
Le opere dell’artista
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